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1961, Il Lombardia finisce per la prima volta a Como

26/09/2024

Dal 1905, anno in cui è nato, fino al 1960, Il Lombardia è sempre partito e si è sempre concluso a Milano, con l’unica eccezione di un arrivo a Monza nel 1919. È quindi facile comprendere come l’edizione del 1961, che partiva sempre da Milano ma si concludeva per la prima volta a Como, rappresentò una svolta storica per la Classica delle Foglie Morte. Il traguardo venne allestito all’interno dello stadio Giuseppe Sinigaglia, situato sulle rive del Lago, e così fu fino al 1974, quando venne ristrutturato e la pista da atletica e ciclismo  fu rimossa.

Lo spostamento dell’arrivo da Milano a Como rese la corsa molto più dura, in quanto le asperità decisive erano poste molto più vicino al traguardo. L’edizione del 1961, al tempo, fu per molti la più dura di sempre perché oltre alla salita del Superghisallo, prevedeva nel finale anche il durissimo Muro di Sormano, introdotto con successo da patron Vincenzo Torriani nell’edizione dell’anno precedente. Quei 1700 metri micidiali, con punte di pendenza al 27%, avevano costretto molti corridori a scendere di bicicletta e salire a piedi. Uno spettacolo che andava ripetuto.

Così tra Superghisallo e Muro di Sormano saltarono tutti i big, come Rik Van Looy, Jacques Anquetil, Raymond Poulidor e anche Gastone Nencini, che era andato all’attacco salvo poi venire respinto da quelle pendenze così arcigne. Per domarlo ci volle l’ “Angelo del Gavia”, Imerio Massignan, che volò staccando tutti, ma come l’anno prima sotto la tormenta di neve del Gavia, venne ripreso nella successiva discesa. A riportarsi su di lui, a 8 km da Como, fu il neoprofessionista Vito Taccone, che in volata non lasciò scampo a uno sconsolato Massignan.

Il Corriere della Sera aprì il suo articolo così: “Il piccolo Taccone, il monello dAbruzzo, ha vinto un grande Giro di Lombardia, una corsa memorabile per le difficoltà che offriva e per la battaglia che ha scatenato. Ha vinto dopo essere arrivato allo stadio di Como in compagnia di Massignan battendo con irrisoria facilità un avversario che è assolutamente disarmato quando c’è da fare anche un piccolo scatto in pianura”.

Il terzo, Renzo Fontona, arrivò a 1’48”, tutti gli altri a oltre 2’30”. Il percorso odierno de Il Lombardia, da scalatori veri, quando si arriva a Como, non si discosta molto da quello che gli organizzatori disegnarono per la prima volta nel 1961.

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