Quando finisce una stagione agonistica c’è sempre un velo di malinconia, perché poi per 2-3 mesi l’inverno ci terrà lontani dalle corse professionistiche. Se poi Il Lombardia 2023 coincide anche con l’ultima volta che vedremo in azione Thibaut Pinot, ecco che il velo di malinconia si trasforma in tragedia greca. Si scherza ovviamente, ma è indiscutibile che l’imminente ritiro di Tibò sia uno dei grandi argomenti di questa 117ª edizione della classica delle foglie morte.
Il collettivo ultrà di Pinot ha già fatto sapere che è pronto ad invadere pacificamente Bergamo per omaggiare a dovere il loro beniamino, che dopo 14 stagioni da professionista, tra vittorie e sconfitte maledette, tra imprese e lacrime, appenderà la bicicletta al chiodo. Non è un caso che lo faccia proprio in questa corsa, che nel 2018 vinse in grande stile, in quello che è stato probabilmente uno dei momenti più esaltanti della sua carriera sportiva. D’altronde come recita il suo famoso tatuaggio, “solo la vittoria è bella”.
Non bisognerà però farsi troppo travolgere dai lacrimoni, perché tra Passo della Crocetta, Passo di Ganda e lo strappo verso Bergamo Alta, è lecito attendersi grande battaglia tra i pesi massimi del ciclismo mondiale. È doveroso partire da Tadej Pogačar (UAE Team Emirates), vincitore delle ultime due edizioni e desideroso di andare a caccia di uno storico tris. Nelle ultime uscite non è apparso dominante come eravamo abituati a vederlo, ma un fuoriclasse come lui è in grado di tirare fuori il coniglio dal cilindro anche quando non è al top della forma. La squadra al suo servizio è super attrezzata: Marc Hirschi, Davide Formolo, Diego Ulissi e, soprattutto, Adam Yates, molto più che un’alternativa.
Piuttosto pimpante, invece, è apparsa l’ultima Maglia Rosa, Primož Roglič, che qualche giorno fa ha vinto in grande stile il Giro dell’Emilia. Per sua stessa ammissione, questa sarà l’ultima apparizione in maglia Jumbo-Visma, dopo 8 anni e più di 70 vittorie, quindi cosa ci potrebbe essere di meglio, come regalo di addio, di una bella foto a braccia alzate sul traguardo di Bergamo?
Tra i due sloveni vuole inserirsi un giovane belga, Remco Evenepoel che, lo sappiamo, con Il Lombardia ha un conto in sospeso risalente al 2020. Se trova la giornata giusta, è quasi imbattibile per tutti, ma la sua condizione è un’incognita, visto che non corre dalla Vuelta a España, che lo ha visto vincere 3 tappe senza però riuscire a lottare per la classifica generale. La Soudal-QuickStep è attrezzatissima: il campione del mondo a cronometro potrà contare su Ilan Van Wilder, vincitore della Tre Valli Varesine, Julian Alaphilippe, Andrea Bagioli e Fausto Masnada, che l’ultima volta che il Lombardia è arrivato a Bergamo fece secondo alle spalle di Pogačar.
I primi degli altri sembrano poi essere Enric Mas (Movistar), secondo l’anno scorso, e Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), entrambi apparsi piuttosto brillanti nelle ultime classiche italiane disputate. Tante carte da giocare le ha anche la Bora-hansgrohe, con Jai Hindley, non brillantissimo nelle ultime corse, Aleksandr Vlasov, Sergio Higuita, tutti potenzialmente in grado di giocarsi un buon piazzamento. Stesso discorso per la Ineos Grenadiers, che punterà sul partente Pavel Sivakov e sul giovane Carlos Rodriguez. Coppia d’assi anche per Jayco AlUla, con Simon Yates e Filippo Zana, che è probabilmente la migliore speranza italiana per questa edizione de Il Lombardia.
C’è anche qualche corridore che la corsa l’ha già vinta, anche se ormai la verve non è più quella di un tempo, come Esteban Chaves (EF Education-EasyPost), Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech) e Bauke Mollema (Lidl Trek). Infine, è doveroso citare atleti come Michael Woods (Israel-PremierTech), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Warren Barguil (Arkéa-Samsic), Romain Bardet (Team dsm-firmenich), Felix Gall e Ben O’Connor (AG2R Citroën), Guillaume Martin e Ion Izagirre (Cofidis), Ben Healy (EF Education-EasyPost), Mikel Landa, terzo lo scorso anno, e Santiago Buitrago (Bahrain Victorious).